Intolleranza alla caffeina: cause, sintomi, diagnosi e trattamento

La caffeina è uno stimolante naturale che agisce sul sistema nervoso centrale. È prodotta naturalmente in alcune piante quali ad esempio chicchi di caffè, foglie di te, noci di cola e fave di cacao. Come nel caso di altre intolleranze alimentari, anche l’intolleranza alla caffeina può avere diversi gradi. Ci sono infatti persone che possono bere tranquillamente svariate tazze di caffè senza accusare nessun sintomo, altre che possono avvertire nervosismo e/o insonnia anche solo dopo mezza tazzina.

Livelli di sensibilità alla caffeina

Secondo uno studio relativo all’ipersensibilità alimentare alla caffeina, si distinguono tre tipi di persone:

  • Persone con sensibilità normale: questo gruppo è composto da individui che hanno una normale sensibilità alla caffeina, quindi possono assumere fino 400 milligrammi di caffeina al giorno senza subire effetti negativi:
  • Soggetti iposensibili alla caffeina: in questo gruppo si collocano invece individui che sono geneticamente più tolleranti verso la caffeina, quindi possono berne anche grandi quantità senza avere nessun tipo di effetto indesiderato;
  • Individui con ipersensibilità alla caffeina: le persone con ipersensibilità aumentata alla caffeina non possono tollerarne neppure piccole quantità senza sperimentare effetti collaterali negativi.

Nei paragrafi che seguono ci occuperemo di questa terza categoria, le persone ipersensibili alla caffeina.

Sintomi d’intolleranza alla caffeina

Le persone con elevata sensibilità alla caffeina sperimentano un’intensa scarica di adrenalina ogni volta che consumano cibi e bevande che la contengono. Possono dunque sentirsi come dopo aver bevuto cinque o sei tazze di caffè espresso solo dopo aver bevuto qualche sorso di caffè normale. Poiché le persone con sensibilità alla caffeina metabolizzano la caffeina più lentamente, i loro sintomi possono inoltre durare per diverse ore.

I sintomi di un’intolleranza alla caffeina possono includere:

  • Battito cardiaco accelerato;
  • Mal di testa;
  • Ansia e/o nervosismo;
  • Irrequietezza;
  • Insonnia.

Un sovradosaggio di caffeina in persone che hanno un’ipersensibilità alimentare può anche comportare:

  • Problema respiratori;
  • Vomito;
  • Allucinazioni;
  • Confusione mentale;
  • Dolore al petto;
  • Battito cardiaco irregolare;
  • Movimenti muscolari incontrollabili;
  • Convulsioni.

Segni più gravi di sovradosaggio da caffeina possono essere anche costrizione alle vie respiratore e shock anafilattico, ma in questo caso più che un’intolleranza potrebbe trattarsi di un’allergia alla caffeina che è davvero molto rara.

Anche i neonati possono soffrire di sovraddosaggio di caffeina e mostrare sintomi di ipersensibilità. Ciò può accadere quando il latte materno contiene quantità eccessive di caffeina.

Intolleranza Caffeina

Quali sono le cause di intolleranza alla caffeina

Molti fattori possono determinare la sensibilità alla caffeina, come sesso, età e peso. Altre cause includono:

  • Farmaci: alcuni farmaci e integratori a base di erbe (ad esempio l’echinacea) possono aumentare gli effetti della caffeina.
  • Genetica e chimica del cervello: il nostro cervello è composto da circa 100 miliardi di cellule nervose, chiamate neuroni. Il compito dei neuroni è di trasmettere istruzioni all’interno del cervello e del sistema nervoso. Questo processo avviene grazie all’aiuto di neurotrasmettitori chimici, come adenosina e adrenalina. I neurotrasmettitori agiscono esattamente come un servizio di messaggistica tra i neuroni. Più attivo è il nostro cervello, più messaggi vengono inviati e le quantità di adenosina e adrenalina prodotte aumentano. Man mano che i livelli di adenosina aumentano, questo ci fa sentire sempre più stanchi. La caffeina si lega ai recettori dell’adenosina nel cervello, bloccando la loro capacità di segnalarci quando siamo affaticati. Colpisce anche altri neurotrasmettitori che hanno un effetto stimolante e di benessere, come la dopamina. Secondo uno studio americano del 2012, le persone con sensibilità alla caffeina hanno una reazione amplificata a questo processo causata da una variazione del loro gene ADORA2A. Le persone con questa variazione genetica avvertono gli effetti della caffeina in modo più potente e per periodi di tempo più lunghi.
  • Metabolismo epatico: la genetica può anche svolgere un ruolo nel modo in cui il fegato metabolizza la caffeina. Le persone con sensibilità alla caffeina producono minori quantità di un enzima epatico chiamato CYP1A2. Questo enzima svolge un ruolo nella velocità con cui il fegato metabolizza la caffeina. Le persone con sensibilità alla caffeina impiegano più tempo per elaborare ed eliminare la caffeina dal loro organismo. Questo rende il suo impatto più intenso e durevole rispetto alla norma.

Come avviene la diagnosi di intolleranza alla caffeina

Coloro che temono di soffrire di intolleranza alla caffeina sono invitati in genere a scrivere un diario relativo al loro consumo giornaliero di caffeina o altri eccitanti. Solo dopo aver determinato un modo più chiaro il tipo di assunzione (lieve, intermedia o elevata), è infatti possibile individuare più accuratamente il loro livello di sensibilità.

Probabilmente, in presenza dei sintomi conclamati di intolleranza alla caffeina, verranno monitorati anche la frequenza respiratoria, il battito cardiaco e la pressione sanguigna. È possibile anche che venga rilevata la temperatura e potrebbe essere prescritto un esame delle urine o del sangue per identificare l’eventuale assunziome di farmaci.

Il medico potrebbe, infine, raccomandare al proprio paziente di effettuare dei test genetici per determinare se si dispone di una variazione di uno qualsiasi dei geni che influenzano il metabolismo della caffeina.

Come viene trattata un’ipersensibilità alimentare alla caffeina

La caffeina è un ingrediente presente in moltissimi prodotti, compresi farmaci e integratori. Dato che l’unico modo di trattare questa intolleranza alimentare è quello di eliminare del tutto cibi e bevande a base da caffè dalle proprie abitudini quotidiane, di sicuro avere la sensibilità alla caffeina comporta di diventare anche avidi lettori di etichette!

Scopriamo di seguito quali sono le quantità medie di caffeina presenti in farmaci e bevande:

  • Caffè: da 50 a 235 mg per porzione a seconda del tipo di caffè.
  • Tè: da 30 a 80 mg per porzione a seconda del tipo di tè.
  • Bibita al base di cola: circa 70 mg per porzione.
  • Red Bull: circa 80 mg per porzione.
  • Barretta di cioccolato: circa 9 mg per porzione. (latte) 1,6 once       9
  • Alcuni farmaci per l’emicrania: 65 mg per compressa.

Ulteriori fonti di caffeina includono caramelle, integratori per aumentare l’energia e alcune gomme da masticare.

Se la caffeina è già entrata nel tratto gastrointestinale e si mostrano i sintomi di un sovraddosaggio, è possibile assumere carbone attivo o altro lassativo. Questo trattamento ha lo scopo di eliminare la caffeina dal nostro corpo e ridurre i sintomi.

Quali sono le dosi raccomandate di caffeina?

Le persone con una normale sensibilità alla caffeina in genere possono consumare da 200 a 400 milligrammi al giorno senza alcun effetto negativo. Questo è l’equivalente di 4/ 5 tazzine da caffè.

Devono inoltre esimersi del tutto dall’assumere caffeina i bambini.  Gli adolescenti dovrebbero limitarsi a non più di 100 mg di caffeina al giorno. Le donne in gravidanza dovrebbero invece limitare l’assunzione giornaliera a meno di 200 mg di caffeina al giorno, poiché gli effetti della caffeina sul feto non sono completamente noti.

Tuttavia, non è facile stabilire la quantità sicura di caffeina per ogni categoria di persone in quanto questa differisce in base all’età, al peso e allo stato di salute generale.

La permanenza della caffeina nell’organismo varia infatti da una a nove ore. Ciò significa che possono essere necessarie da 1,5 a 9,5 ore affinché il livello di caffeina nel sangue scenda a metà della sua quantità originale. Questo dato rende difficile riconoscere l’esatta quantità di caffeina che può portare al sovradosaggio.

Il discorso cambia per le persone ipersensibili alla caffeina. In questo caso infatti occorre ridurre o eliminare del tutto il consumo di caffè e di tutti i cibi e bevande che lo contengono dalla propria dieta.

Nei casi meno gravi potrebbe essere consentito assumerne una piccola quantità, in genere non più di una tazzina al giorno. Ovviamente, questo include anche tutte le altre bevande contenenti caffeina, come ad esempio il tè o le bevande a base di cola.

Bere troppo caffè fa male?

La caffeina è uno stimolante. Berne troppo può dunque causare nervosismo, insonnia, mal di testa, mal di stomaco e ansia, anche in soggetti che non soffrono di intolleranza verso questa sostanza.

La caffeina può quindi peggiorare alcune condizioni, come insonnia, ansia, depressione, anta pressione sanguigna, problemi cardiaci come aritmie, problemi ai reni e allo stomaco.

Alcuni studi hanno inoltre mostrato che c’è un legame tra caffè e colesterolo. La colpa sarebbe degli oli di caffè (noti come diterpeni) che si trovano naturalmente sia nel caffè con caffeina sia nel decaffeinato. Tali oli influirebbero negativamente sulla capacità del corpo di metabolizzare e regolare il colesterolo. Se hai una mutazione genetica che rallenta il metabolismo del caffè nel tuo corpo e bevi due o più tazze di caffè al giorno, il rischio di malattie cardiache potrebbe quindi essere più alto.

Conclusioni

Un’intolleranza alla caffeina è un tipo d’ipersensibilità alimentare che può provocare i sintomi di un sovra dosaggio da caffeina anche dopo aver assunto dosi poco elevate di questa sostanza. Può svilupparsi a qualsiasi età e non presenta alcuna cura se non quella di ridurre il consumo oppure eliminare il caffè e le altre bevande che lo contengono dalla propria dieta.

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Domande frequenti sull’intolleranza alla caffeina

 

Quali sono i diversi gradi di sensibilità alla caffeina?

Secondo uno studio relativo all’ipersensibilità alimentare alla caffeina, si distinguono tre tipi di persone: persone con sensibilità normale che hanno una normale sensibilità alla caffeina, soggetti iposensibili alla caffeina che possono berne anche grandi quantità senza avere nessun tipo di effetto indesiderato e individui con ipersensibilità che invece non possono tollerarne neppure piccole quantità senza sperimentare effetti collaterali negativi.

Quali sono i sintomi di ipersensibilità alla caffeina?

I sintomi di un’intolleranza alla caffeina possono includere battito cardiaco accelerato, mal di testa, ansia e/o nervosismo, irrequietezza e insonnia.

In caso di sovradosaggio di caffeina cosa è possibile fare?

Se la caffeina è già entrata nel tratto gastrointestinale e si mostrano i sintomi di un sovradosaggio, è possibile assumere carbone attivo o altro lassativo. Questo trattamento ha lo scopo di eliminare la caffeina dal nostro corpo e ridurre i sintomi.

Quali sono le dosi raccomandate di caffeina?

Le persone con una normale sensibilità alla caffeina in genere possono consumare da 200 a 400 milligrammi al giorno senza alcun effetto negativo. Questo è l’equivalente di 4/ 5 tazzine da caffè. Le persone ipersensibili alla caffeina devono invece portare a massimo 1 o 2 tazzine o, nei casi più gravi, eliminare del tutto il consumo di caffè e di tutti i cibi e bevande che lo contengono dalla propria dieta.

Bere caffè aumenta il rischio di malattie cardiache?

Alcuni studi hanno inoltre mostrato che c’è un legame tra caffè e colesterolo. La colpa sarebbe degli oli di caffè (noti come diterpeni) che si trovano naturalmente sia nel caffè con caffeina sia nel decaffeinato. Tali oli influirebbero negativamente sulla capacità del corpo di metabolizzare e regolare il colesterolo. Se hai una mutazione genetica che rallenta il metabolismo del caffè nel tuo corpo e bevi due o più tazze di caffè al giorno, il rischio di malattie cardiache potrebbe quindi essere più alto.

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