Malattie alimentari | Tutto quello che c’è da sapere

Le malattie alimentari, per lo più conosciute come malattie trasmesse tramite gli alimenti, sono generalmente quelle causate da una tossinfezione alimentare, ossia derivate da “avvelenamento” da cibo.

Tale disturbo può svilupparsi in seguito all’ingerimento di determinati alimenti, solidi o liquidi, contaminati da batteri, virus, parassiti, ecc.

Malattie Alimentari: Introduzione generale

Le intossicazioni sono causate da alimenti contaminati da tossina mentre le infezioni fanno sì che si generino microorganismi dannosi nelle mucose intestinali.

In entrambi i casi, il termine tossinfezione è quello corretto da adottare. Sia il botulino, sia il favismo si possono definire malattie alimentari, anche se quest’ultimo può a tutti gli effetti rientrare nella categoria delle allergie alimentari, come dibattuto da molti medici.

La maggior parte delle malattie trasmesse dal cibo sono acute, ciò significa che si manifestano quasi subito e durano per poco tempo.

Oltre al botulismo e al favismo, si annoverano tra le principali malattie alimentari anche la salmonella, la Escherichia Coli, la Campilobatteriosi, la Listeriosi ecc.

Le malattie alimentari sono solitamente più frequenti d’estate quando l’umidità e la temperatura facilitano lo sviluppo rapido dei germi e la produzione di tossina negli alimenti.

In alcuni casi, quando più persone consumano lo stesso cibo, magari in un ristorante o feste, può apparire come forma epidemica.

Questo tipo di malattie costituiscono un problema anche a causa di un aumento della loro comparsa, dell’emergere di nuove forme di trasmissione, della maggiore resistenza dei patogeni ai composti antimicrobici.

L’incidenza di queste malattie è un indicatore diretto della qualità igienico-sanitaria del cibo.

Malattie alimentari: le più comuni

Vediamo di seguito quali sono, ad oggi, le malattie alimentari più diffuse.

Il botulismo, malattia alimentare rara ma potenzialmente fatale

Il botulismo è un’intossicazione causata dalla tossina botulinica, ossia una neurotossina prodotta dal batterio ‘Clostridium botulinum’. Non è una malattia alimentare molto comune, ma nonostante ciò è considerata molto pericolosa e arrivare ad essere mortale.

L’intossicazione è causata generalmente dall’ingerimento di alimenti mal conservati oppure contaminati ma può anche essere causata, per esempio, dall’uso di tossine nel trattamento di malattie neuromuscolari. In questo articolo, ci soffermeremo sulle cause dovute al consumo di alimenti contaminati.

Come avviene la contaminazione dei cibi

Il processo di lavorazione, raccolta e trasporto del cibo sulle nostre tavole può rappresentare un potenziale fattore di contaminazione.

Può, ad esempio, succedere alla carne durante la macellazione dell’animale, se alcuni microrganismi presenti nell’intestino delle bestie vengono a contatto con le loro carni. Stesso discorso può farsi nel caso di frutta e verdura, se lavata o irrigata con acqua contaminata da feci animali o umane.

I cibi cotti, sono senza ombra di dubbio, più sicuri considerando il fatto che buona parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi. Ma attenzione alla contaminazione da contatto con cibi crudi.

È bene, inoltre, essere accurati nel ciclo di conservazione degli alimenti, ad esempio conservarli in un ambiente refrigerato previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi.

Il favismo, allergia o malattia alimentare

Definiamo malattie alimentari, non tossiche, anche quelle prodotte da un’allergia o intolleranza alimentare. Per quanto riguarda il favismo l’argomento è ancora molto discusso in ambito medico.

Il favismo è solitamente dovuto a disturbi di origine genetica e più frequente negli uomini che nelle donne.

È, inoltre, maggiormente diffuso in determinate zone geografiche, principalmente nord Africa e nella zona mediterranea (ad esempio in Sardegna la percentuale di diffusione è molto ampia). Non sempre è semplice da diagnosticare e riconoscere, normalmente è legata al consumo di determinati alimenti come le fave, dal nome stesso, o derivati.

Tale malattia alimentare o allergia è caratterizzata dalla carenza di glucosio 6 fosfato deidrogenasi (G6PD), una sostanza presente in tutte le cellule del corpo.

La funzione principale di questo enzima è quella di proteggere e allungare la vita ai globuli rossi nel sangue. Se, infatti, è presente in quantità inferiore rispetto al normale, il ciclo di vita dei globuli rossi si accorcia oppure ne causa la distruzione.

I rischi maggiori vi sono quando il corpo è esposto a determinati alimenti, le fave, appunto o i suoi derivati, oppure l’inalazione del polline della stessa pianta, alcuni farmaci, infezioni (epatite, polmonite) o al diabete di tipo 2.

Malattie Alimentari

Malattie Alimentari Sintomi

Alcune malattie alimentari possono non essere riconosciute o rilevate in quanto si possono manifestare col mal di stomaco, nausea, ossia sintomi dai quali ci si riprende da soli.

In altri casi insorgono disturbi gastrointestinali, ad esempio diarrea, vomito a volte accompagnati da febbre che, però, possono trasformarsi in qualcosa di più grave.

Senza dubbio, possiamo accomunare alcuni dei sintomi più diffusi:

  • Vomito
  • Febbre
  • Brividi
  • Diarrea
  • Dolori addominali
  • Nausea
  • Mal di testa
  • Vista offuscata
  • Paralisi
  • Polso debole
  • Urine ipercolorate
  • Respiro affannoso
  • Debolezza

Questi sintomi solitamente sono lievi e scompaiono poco tempo dopo (ore o giorni a seconda dell’intensità) anche se, in alcuni casi, possono arrivare a produrre disidratazione, crisi emolitiche (nel caso di favismo acuto) e problemi respiratori causati, a loro volta, da una paralisi muscolare.

Solitamente, nel caso del favismo, la crisi emolitica, ossia lo stato patologico in cui si ha la bassa concentrazione di emoglobina nel sangue, si manifesta in genere 12-24 ore dopo aver consumato le fave o aver ingerito determinati farmaci .

Malattie Alimentari Cause

Le cause più frequenti di questo tipo di malattie alimentari sono le tossine, nel caso del botulismo la tossina botulinica, ossia una neurotossina.

Nel caso del favismo la carenza dell’enzima G6PD e dunque l’alterazione del metabolismo dei pentosiofosfati, una via metabolica che si occupa di produrre alcune sostanze importanti per l’organismo.

Malattie Alimentari Precauzioni

La maggior parte delle malattie alimentari possono essere evitate facilmente, è il caso del botulismo, seguendo determinate norme di buon senso nella gestione e manipolazione degli alimenti. 

Insomma adottando misure igieniche adeguate, facendo cuocere sufficientemente il cibo e provvedendo ad una sua appropriata conservazione, in qualsiasi fase della catena alimentare (coltivazione, raccolta, raffinazione, stoccaggio e trasporto).

Nei soggetti affetti da favismo, invece, la principale misura per contrastare le manifestazioni cliniche è costituita dalla prevenzione, ossia non devono assumere fave e piselli, perché i loro semi contengono la vicina e la convicina, ossia sostanze che aumentano lo stress ossidativo.

Non devono inoltre assumere farmaci analgesici, sulfamidici, blu di metilene, antipiretici, antimalarici e alcuni antibiotici. I fabici devono evitare anche altre sostanze, come la naftalina e l’henné.

Per cercare di scongiurare alcune malattie alimentari alle volte è necessario seguire alcuni semplici accorgimenti:

  • lavare bene la frutta e la verdura;
  • pulire ripiani, taglieri, coltelli e utensili prima di utilizzarli con diversi alimenti;
  • lavarsi le mani spesso;
  • non mettere carne cruda e cucinata nello stesso piatto;
  • se si usano coltelli per tagliare il pollo crudo non usarlo per affettare altri alimenti che non verranno cucinati;
  • cucinare bene la carne (soprattutto il pollo), magari aiutandosi con l’aiuto di un termometro per alimenti;
  • non utilizzare alimenti confezionati scaduti;
  • conservare in frigo gli avanzi se non devono essere consumati entro le successive quattro ore;
  • evitare il consumo di funghi selvatici;
  • non mangiare formaggi a pasta molle se si è in stato di gravidanza o se si ha un sistema immunitario debole;
  • quando si viaggia non mangiare frutta e verdura cruda ed evitare l’acqua del rubinetto non filtrata o non bollita;
  • evitare di mangiare cibo rimasto fuori dal frigo per molto tempo (d’estate soprattutto).

Individui più a rischio di contrarre malattie alimentari

I gruppi più vulnerabili per quanto riguarda la facilità nel contrarre e sviluppare le malattie alimentari, nel nostro caso il botulismo, sono quelle che hanno un sistema immunitario più debole, come neonati, bambini, persone anziane o donne in stato interessante.

Per il favismo il discorso è diverso, giacché, come abbiamo già detto, si tratta di una malattia di origine genetica, che si traduce nella carenza di un enzima e si trasmette attraverso il cromosoma X.

È un disturbo associato a ipersensibilità e tossicità causata dal contatto o ingestione di agenti nocivi nel corpo.

Malattie Alimentari Diagnosi

Molti casi di malattie alimentari, come abbiamo detto, non vengono neanche diagnosticate. Questo soprattutto perché la maggior parte delle persone stanno meglio dopo qualche giorno.

La cosa è differente se i sintomi sono ben più gravi; sarà compito del medico diagnosticare il disturbo. È possibile ad esempio sottoporsi a delle analisi del sangue per determinare se il disturbo è determinato dai batteri, oppure a quelle delle feci per scoprire quale germe sta causando l’intossicazione.

Naturalmente è necessario non ingerire quegli alimenti che sono conservati senza un’adeguata refrigerazione, soprattutto quelli contenenti creme, salse o latte.

Bisogna considerare che in molte occasioni il cibo contaminato non subisce alterazioni del sapore, del colore o dell’aspetto, cosicché un alimento apparentemente in ottime condizioni potrebbe comunque essere stato contaminato.

Malattie Alimentari Trattamento

La maggior parte dei casi di malattie alimentari sono lievi e scompaiono in pochi giorni. La cosa fondamentale è evitare la disidratazione, ossia la perdita di liquidi ed elettroliti (nutrienti e minerali) che il corpo necessita.

Ci si deve astenere dall’assumere alimenti solidi e latticini fino a quando non siano passati il vomito e la diarrea. Quando il fisico inizia a recuperare, è bene riprendere a mangiare, prediligendo alimenti secchi come cracker, gallette, banane.

Da evitare invece, gli alimenti piccanti, fritti e in generale i cibi con alto contenuto di grassi e zuccheri. Bisogna bere molta acqua ma evitare latte o le bevande contenenti caffeina.

È bene ricordare che le bibite sportive, spesso erroneamente utilizzate per contrastare la diarrea (quelle contenenti acido cidrico), non rimpiazzano gli elettroliti del corpo correttamente per prevenire la disidratazione.

Come si capisce quando si è disidratati?

I segnali di una disidratazione includono:

  • poca o assenza di urina, che potrebbe essere più scura del normale;
  • secchezza nella bocca;
  • sonnolenza e fatica;
  • sete estrema;
  • mal di testa;
  • confusione;
  • nausea e sensazione di stordimento.

Per curare la disidratazione lieve la prima cosa da fare è bere acqua frequentemente. Anche le zuppe, i succhi mischiati con acqua possono essere utili.

È bene, invece, evitare il caffè, il tè e in generale tutte le bevande che contengono caffeina. Questo tipo di bibita può infatti peggiorare la situazione.

Una buona soluzione di reidratazione orale dovrebbe contenere poi una giusta combinazione di sale , zucchero, potassio e altri nutrienti che aiutino a rimpiazzare i liquidi persi.

Queste soluzioni sono tranquillamente reperibili in farmacia.  Se, invece, il caso di disidratazione è grave, è bene rivolgersi ad un medico e recarsi in un ospedale. I dottori provvederanno a somministrare i liquidi e gli elettroliti per via endovenosa.

Quando è necessario rivolgersi ad un medico?

Recati dal tuo medico nel caso in cui:

  • la diarrea duri più di tre giorni;
  • i vomiti più di due giorni;
  • hai sangue nelle feci;
  • stai prendendo diuretici e hai diarrea, nausea o vomito;
  • hai febbre a più di 38 °C.

Naturalmente queste sono indicazioni generiche. Il favismo, invece, come abbiamo visto, presenta altri disturbi e sintomi.

Conclusioni

Stare sempre attenti alla qualità del cibo che si mangia è fondamentale, così come cercare sempre si mettere in atto quelle piccole accortezze che potrebbero evitarci seri problemi.

Perché la sicurezza è di fondamentale importanza anche nell’alimentazione. Cerchiamo di tenerlo bene a mente.

Ti potrebbe interessare anche:

FAQ sulle malattie alimentari

Cosa sono le malattie alimentari?

Le malattie alimentari sono quell’insieme di patologie che si manifestano in seguito all’ingestione di alimenti contenenti patogeni o tossine, tra cui si annoverano il botulismo e il favismo.

Come si diagnostica il favismo?

Il favismo viene diagnosticato mediante un esame del sangue che va a verificare la presenza dell’enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD) nei globuli rossi.

Quali sono le cure in seguito ad una crisi emolitica?

Il paziente fabico affetto da una crisi emolitica deve essere trasportato subito in ospedale dove verrà sottoposto a trasfusioni, necessarie per evitare l’anemizzazione.

Cosa provoca il botulismo alimentare?

Il botulismo alimentare è un’intossicazione provocata dalle tossine prodotte dal batterioClostridium botulinum, contenuto in alimenti o bevande contaminate.

Cosa si intende per botulino?

Con il termine botulino intendiamo il microrganismo responsabile dell’intossicazione.

Click to rate this post!
[Total: 0 Average: 0]
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.